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Il diritto di sentirci sopraffatti…

 

Sono pedagogista e il mio compito è quello di dare consigli, cercare strategie, trovare soluzioni.

In un momento come questo mi sento ancor più investita di questo compito, un po’ per me, ma soprattutto per gli altri, per chi mi legge.

 

Ma sono anche una mamma di quattro bambini confusi, carichi di energia e in costante ricerca di attenzioni che io stento a dare, almeno nelle dosi richieste da ognuno di loro.

 

Infine, ma non per importanza, sono una persona, Vera, stanca, stufa, spaventata, bisognosa di avere una valvola di sfogo da cui far fuoriuscire un po’ di quell’enorme tensione che si accumula ora dopo ora…

 

Quindi? 

Come pedagogista in un momento come questo scrivo post carichi di positività, che contengano spunti e che vi aiutino a trovare nell’enorne fatica quotidiana la motivazione e orientamento nell’enorme fatica quotidiana… perché è vero siamo in questa barca, e se riusciamo a organizzarci con orari regole e proposte, forse ci sentiamo un po’ meno a rischio di naufragio…

 

Come mamma ci provo a non naufragare ma è dura!

Ci provo a mettere in atto i consigli che io stessa do agli altri perché ci tengo a essere coerente nel lavoro e nella vita. Ma così spesso in questi giorni mi verrebbe voglia di urlare, piangere, gettare la spugna… “Perché siete tanti, perché non riesco a seguirvi come vorrei, non né ho la forza né l’energia mentale!!!” 

Però ci provo… Mi dico che di sicuro c’è chi è messo peggio di me (come mi scrivono alcune mamme nei commenti) e che devo riuscire a pretendere meno da me stessa. Perché “Mamma non capisco!”, “Mamma cosa devo fare?”, “Mamma, basta! Non studio più!”, “Mamma, mi ha fatto male!”, “Mamma mi ha preso il gioco!”, “Mamma ho fame!”.

Ma i pedagogisti, quelli che danno consigli e prescrizioni, sanno veramente come funziona? Vorrei tanto invitare Daniele Novara a “far litigare bene” i miei bambini! Qui è la giungla, litigano male e si impazzisce!

 

E come persona? 

Spesso ho paura di non farcela… 

Ho paura che la luce in fondo al tunnel sia troppo lontana per reggere… 

Ho paura di non riuscire ad essere forte abbastanza per sopportare la reclusione in famiglia mentre mio papà sta male ed è isolato in ospedale a 200 chilometri da qui. 

Ma allo stesso tempo cerco di farmi coraggio. 

Pensando alle persone che ora stanno combattendo per noi… 

Pensando ai miei bambini che hanno bisogno di me… 

Pensando che le prove vanno affrontate e che devo stringere i denti. 

 

Ci sta. 

Ci sta che siamo stanchi, esauriti e demoralizzati. 

Ci sta che sia molto più difficile di come dice chi non è qui con noi. 

Ci sta che urliamo, piangiamo, crolliamo. 

Io vi capisco. Sono pedagogista, mamma e Vera. 

Ci provo, mi impegno, fallisco, mi sento in colpa, mi dispero, a fatica mi rialzo e poi crollo di nuovo. 

Forse sì ce la faremo, forse sì “tutto andrà bene”, ma che fatica!!! 

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